martedì 29 aprile 2014

Libertà vo cercando

"Libertà va cercando, che sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta."

Certo se ci si dovesse suicidare per la libertà politica, assai più che al tempo di Catone l'uticense ne avremmo oggi, altro che lemming!

Per fortuna no; però uno si chiede dov'è la libertà, chi mai la rappresenti, non dico per l'urna, magari solo per un sorriso di speranza.

Molti anni fa, ai tempi di "mani pulite", discutendo con un amico (colto, intelligente, ma irrimediabilmente imprigionato nella logica primitiva del dovere kantiano) mi lasciai sfuggire "meglio un ladro per sè che un ladro per la causa".

Apriti Cielo! Non comprese: e giù a spiegare che un ladro per se stesso manifesta individualità, quindi umanità, ruba ma sa di essere ladro, e in ciò si affaccia, sia pure attraverso l'errore, la scintilla dell'autocoscienza.

Un ladro per la causa no, trova la verità fuori di sè, rispetta, fuori di sè, la legge, la legge della causa a cui si è votato: è gregario di un'ideologia, ed a quei tempi di gregari (e Greganti) ce ne furono eccome, tutti scusati in nome della trascendenza della verità, il massimo male umano.

Oggi mi trovavo a discutere con un amico (colto? Coltissimo, "spiritualmente" impegnato, non si sa bene per chi e per dove, forse un po' alla 'ndo cojo cojo) e manifestava speranza per questo populismo emergente che pare stravincere.

Per carità, nulla da eccepire sulle intenzioni; forse vissute come slogan a cui aderire sentimentalmente, certamente desideroso di omologazione al nuovo "politically correct" che ormai passa anche per la contro-informazione, ma subito, inevitabilmente si veste da "legge morale", e tanto più nitida e limpida quanto più giacobina.

Io no, non mi suiciderò di certo per questo, ma preferisco la libertà:

Preferisco la libertà che non si possa omologare a un'ideologia, quale che sia; che nasce da un impulso sociale che non cerca nella legge la propria giustificazione, perchè la trova in sè, nell'amore per l'azione.

Quindi nuova per il mondo, che ancora non la conosce, perchè non conosce l'Io che non ha dei nè leggi nè patrie a cui genuflettersi, ma sottomette ogni agire alla propria responsabilità, perciò libertà.

Preferisco la libertà che fa paura, perchè conduce oltre il già pensato, oltre ciò che, fissato in canoni e dogmi, cristallizzato nella sua esteriorità, riteniamo reale, e per questo ci opprime.

L'uomo libero non trova, fuori di sè, una realtà precostituita, perchè percepisce la verità là dove nasce, nel momento dell'intuizione sorgiva. E per questo interiore, e se accondiscende al già fatto, ogni volta lo ricrea, perchè è capace di ripensarlo dal fondamento.

Forse qualcuno dei miei quattro lettori si chiederà, a questo punto, come voterà l'uomo libero: difficile a dirsi, sapendo com'è capace di trovare il buono in ogni cosa, magari si commuove e vota per tutti.


1 commento:

l'antroposofo eretico ha detto...

Pensa che ci sono anche i ladri per lo spirito...roba da matti